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I cittadini quartesi con sofferenza mentale mandati a Mandas - Foto da Google

<<Assessore Cadeddu?>><< Assente,>>
<<Ancora? Anche oggi?>>.<<Si, ha portato il certificato>>
<<Ah, va bene. Allora mettilo insieme agli altri !!>>

Dal sito di GIGI RUGGERI

La malattia mentale è una malattia” relativa” al contesto. Come tutti sanno, la riforma psichiatrica ha fatto sì che l’assistenza ai sofferenti mentali uscisse dai manicomi e venisse portata il più vicino possibile alla normalità della vita di relazione. A Quartu, negli ultimi anni, si era iniziato e portato avanti un esperimento di riabilitazione di alcuni ex ricoverati, basato sull’abitare assistito. Due case alloggio, una per donne e una per uomini, per un progetto di assistenza gestito in partecipazione ASL- Comune, con una cooperativa che si preoccupava del progressivo inserimento sociale degli assistiti.

Non c’è più.
I pazienti, cittadini di Quartu, orientati dal progetto terapeutico verso l’autonomia, sono stati deportati in un istituto di Mandas.

Ecco, quando si parla di cittadini  deboli, si parla di essere vicini  agli ultimi, eccoli qui. Sono questi i cittadini che non hanno voce, che non faranno manifestazioni, che non avranno rappresentanti eletti. Sono questi, i nostri pacchi postali deportati  da Quartu a Mandas, a Natale.

La Regione non ha dato più i soldi per il progetto, dicono. E soldi il Comune non ne aveva trovato quest’anno, dicono. Però la Giunta Contini non sa nemmeno fare i conti. A deportare sei pazienti a Mandas e a mantenere altri due pazienti nelle residenze sanitarie si spende esattamente  altrettanto. E a settembre, con l’arrivo dei soldi che aveva recuperato la Giunta precedente, i soldi per il progetto c’erano. Si trattava semmai di spenderli per questo, piuttosto che  pagare gli assunti di staff e i sondaggi “per vedere il gradimento del governo Contini nella popolazione”.

Per favore, signor sindaco Contini e signor inutilissimo assessore ai servizi sociali Cadeddu, non parlateci di solidarietà, non riempitevi la bocca di parole stonate. Non siete stati capaci da giugno, da quando la Regione ha avvertito che il finanziamento non sarebbe stato specifico per il progetto ma complessivo per Quartu , di realizzare una soluzione alternativa che fosse a costo invariato per il Comune. E lo si poteva facilmente fare, con la stessa compartecipazione economica richiesta ai pazienti ora che si deportano. Ma caro sindaco e caro assessore, state perdendo, e lo sapete da giugno, il finanziamento del centro antiviolenza sulle donne. Avete deciso ora, in grande ritardo, di togliere il Centro alla gestione diretta del Comune per  affidarlo ad un’associazione (quale? visto che si dovrebbe scegliere non per amicizia ma per bando, ma i criteri che avete scritto, come vi ha detto un consigliere della vostra stessa maggioranza, sembrano cuciti su misura di qualcuno). Avete tolto il centro antiviolenza, sempre che riusciate a non buttare il finanziamento, dal coordinamento con gli altri servizi per la famiglia, consultori e affidi, che mantenete  bloccati da sei mesi in attesa che l’assessore prenda in carico il problema. E bloccato è anche il bando per le povertà estreme, con i soldi  800.00 euro- per il 2010 che vengono assegnati con il vecchio bando in proroga ai vecchi beneficiari, chissà se ne hanno ancora diritto, tagliando fuori i nuovi poveri. E non c’è nessuna allerta, ad esempio, per gli annunciati sgomberi dalle palazzine Iacp. E non c’è nessuna attività progettuale, in quell’assessorato; nemmeno quella pregressa, perché il tratto dominante di questo assessore è il pensiero rancoroso contro ogni cosa che sia stata fatta dalla vecchia amministrazione. E di fronte ad ogni problema, l’unica cosa che sa dire è che è colpa dell’interesse di quegli altri. Perché lui pensa, ed esterna purtroppo, che le azioni di assistenza fatte dagli uffici, i progetti tipo la mensa del viandante, il magazzino centralizzato, la casa alloggio per le vittime di violenza, siano stati  fatti nell’interesse non dell’utente e della città, ma in quello spicciolo di chi governava. Un pensiero tipico di chi vuole  giustificarsi pensando che così fan tutti. Gli sfugge la logica della responsabilità istituzionale. Qui al massimo c’è una logica da avventore al banco del bar, non da chi deve governare con responsabilità.

Se sembrano parole pesanti, le si pesi tenendo di fronte l’immagine dei deportati a Mandas, si pensi a questi come persone, nostri cittadini più deboli, che subiscono senza sapersi difendere, piangendo,  la loro umiliazione di Natale.

Non è solo incapacità di governare. E’ totale assenza di umanità. Il Sindaco, se ne fosse capace, dovrebbe vergognarsene. E l’Assessore, per dignità, per presa d’atto, per costrizione, per favore, se ne vada.

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